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GRUPPO ALPINI DI PADERNO DEL GRAPPA

SEZIONE DI TREVISO

PREGHIERA ALL'ALPINO

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Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza delle Alpi

ove la Provvidenza ci ha posto a baluardo fedele delle nostre contrade,

noi, purificati dal dovere pericolosamente compiuto,

eleviamo l'animo a Te, o Signore,

che proteggi le nostre mamme, le nostre spose,

i nostri figli e fratelli lontani

e ci aiuti ad essere degni delle glorie dei nostri avi.

Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi, salva noi,

armati come siamo di fede e di amore.

Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della tormenta,

dall'impeto della valanga.

Fa che il nostro piede posi sicuro su le creste vertiginose,

su le diritte pareti, oltre i crepacci insidiosi.

Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra patria,

la nostra bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana.

E Tu, Madre di Dio, candida più della neve,

tu che hai conosciuto e raccolto ogni sofferenza ed ogni sacrificio di tutti gli alpini caduti,

tu che conosci e raccogli ogni anelito ed ogni speranza di tutti gli alpini vivi ed in armi.

Tu benedici e sorridi ai nostri battaglioni ed ai nostri gruppi.

Così sia.

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CANZONE DEL GRAPPA

Monte Grappa, tu sei la mia patria,

sovra te il nostro sole risplende,

a te mira chi spera ed attende,

i fratelli che a guardia vi stan.

Contro a te già s'infranse il nemico,

che all'Italia tendeva lo sguardo:

non si passa un cotal baluardo,

affidato agli italici cuor.

Monte Grappa, tu sei la mia Patria,

sei la stella che addita il cammino,

sei la gloria, il volere, il destino,

che all'Italia ci fa ritornar.

Le tue cime fur sempre vietate,

per il pie' dell'odiato straniero,

dei tuoi fianchi egli ignora il sentiero

che pugnando più volte tentò.

Quale candida neve che al verno

ti ricopre di splendido ammanto,

tu sei puro ed invitto col vanto

che il nemico non lasci passar.

O montagna, per noi tu sei sacra;

giù di lì scenderanno le schiere

che irrompenti, a spiegate bandiere,

l'invasore dovranno scacciar.

Ed i giorni del nostro servaggio

che scontammo mordendo nel freno,

in un forte avvenire sereno

noi ben presto vedremo mutar.

SIGNORE DELLE CIME

Dio del cielo,

signore delle cime

un nostro amico,

hai chiesto alla montagna.

Ma ti preghiamo,

ma ti preghiamo

su nel paradiso,

su nel paradiso

lascialo andare,

per le tue montagne.

Santa Maria,

signora della neve

copri col bianco,

(tuo) soffice mantello

il nostro amico

il nostro fratello.

Su nel paradiso,

su nel paradiso

lascialo andare,

per le tue montagne.

33 - INNO DEGLI ALPINI

CANZONE DEL PIAVE

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Dai fidi tetti del villaggio

i bravi alpini son partiti

mostran la forza ed il coraggio

della lor salda gioventù.

Son d’alpe i bei cadetti

nella robusta giovinezza

dai loro baldi e forti petti

spira un’indomita fierezza.

Rit: Oh valore alpino

difendi sempre la frontiera

e la sul confin

tien sempre alta la bandiera

sentinella all’erta

per il suol nostro Italiano

dove più sorride

e più benigno irradia il sol

La tra le selve ed i burroni

tra le nebbie fredde e il gelo

piantan con forza i loro picconi

e il cammino sembra più lieve.

Risplenda il sol, o scende l’ora

che reca in ciel l’oscurità

il bravo alpin vigila aguzzo

pronto a lanciare il “chi va là”

Rit.: Oh valor alpino

Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio

dei primi fanti il ventiquattro maggio;

l'esercito marciava per raggiunger la frontiera

per far contro il nemico una barriera!

Muti passaron quella notte i fanti,

tacere bisognava e andare avanti.

S'udiva intanto dalle amate sponde

sommesso e lieve il tripudiar de l'onde.

Era un presagio dolce e lusinghiero.

il Piave mormorò: "Non passa lo straniero!"

Ma in una notte triste si parlò di tradimento

e il Piave udiva l'ira e lo sgomento.

Ahi, quanta gente ha visto venir giù, lasciare il tetto,

per l'onta consumata a Caporetto.

Profughi ovunque dai lontani monti,

venivano a gremir tutti i ponti.

S'udiva allor dalle violate sponde

sommesso e triste il mormorio de l'onde.

Come un singhiozzo in quell'autunno nero

il Piave mormorò: "Ritorna lo straniero!"

E ritornò il nemico per l'orgoglio e per la fame

voleva sfogar tutte le sue brame,

vedeva il piano aprico di lassù: voleva ancora

sfamarsi e tripudiare come allora!

No, disse il Piave, no, dissero i fanti,

mai più il nemico faccia un passo avanti!

Si vide il Piave rigonfiar le sponde

e come i fanti combattevan l'onde.

Rosso del sangue del nemico altero,

il Piave comandò: "Indietro va', straniero!"

Indietreggiò il nemico fino a Trieste fino a Trento

e la Vittoria sciolse l'ali al vento!

Fu sacro il patto antico, tra le schiere furon visti

risorgere Oberdan, Sauro e Battisti!

Infranse alfin l'italico valore

le forche e l'armi dell'Impiccatore!

Sicure l'Alpi, libere le sponde,

e tacque il Piave, si placaron l'onde.

Sul patrio suol vinti i torvi Imperi,

la Pace non trovò né oppressi, né stranieri!

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PREGHIERA DEI COMBATTENTI E REDUCI.

Eterno Iddio,

cui danno gloria i cieli, magnificenza la terra,

obbediscono i venti e i mari, benedici noi, soldati di terra, di mare e di cielo:

combattenti e reduci di tutte le Armi e di tutte le guerre.

Sorretti dalla tua fortezza, abbiamo servito la Patria in armi,

nelle ore cruente della sua storia;

donaci la virtù di servirla con onestà, libertà e concordia,

nelle opere feconde della Pace.

Accresci nei nostri cuori l’amore per la fede, alla famiglia, alla Patria.

Fa che la nostra Bandiera sventoli sempre,

simbolo di civiltà, garanzia di giustizia, segno di vittoria.

Accogli nella Tua gloria, in compagnia dei Santi Tuoi, i nostri Caduti

e rendi la nostra vita degna del loro sacrificio;

e tu Maria, Vergine Bella, Madre di Gesù e Madre nostra,

Castellana d’Italia, veglia maternamente su di noi,

sulle nostre famiglie, sulla nostra Patria.

Così sia.